SERVIRE ED ASSAPORARE … CHE DICE IL GALATEO?
WINE ETIQUETTE
“Invitare qualcuno a pranzo significa occuparsi della sua felicità finché sarà sotto il nostro tetto”, afferma il gastronomo francese Anthelme Brillat-Savarin.
E’ sempre l’anfitrione il primo responsabile della piacevolezza di un evento, beveraggi inclusi.
A lui l’onere, e l’onore, di scegliere il nettare più adatto al momento.
Fa eccezione l’invito al ristorante, dove è possibile offrire la scelta all’ospite più esperto, questi però dovrebbe rifiutare cortesemente, dal momento che non saranno loro a pagare il conto.
Se viene donata una bottiglia, è cortese proporre di condividerla subito, gli invitati dovrebbero avere la delicatezza di declinare l’offerta, ben sapendo che i vini saranno già stati scelti dai padroni di casa in base alle pietanze servite, messi al fresco o ossigenati a dovere.
Vediamo alcuni “must have” del wine etiquette.
- la bottiglia di vino viene aperta dal padrone di casa, che ne verifica eventuali difetti prima di servirne ai commensali. I vini bianchi verranno aperti al momento, i rossi, soprattutto se invecchiati, saranno aperti in anticipo per essere ossigenati. Se presentano impurità possono essere messi in un decanter, ma sappiate che è preferibile lasciarli nella loro bottiglia con etichetta in vista.
- stappando bollicine, il “botto” è bandito dal galateo, è ammesso unicamente a Capodanno o in occasione di particolari festeggiamenti. Il tappo deve essere quindi estratto lentamente, mantenendo la bottiglia in posizione obliqua.
La tecnica del sabrage, la sciabolata, non è gradita ai puristi del galateo … sappiatelo.
- il vino viene servito tenendo la bottiglia dalla base o impugnandola dalla parte bassa, mai per il collo, mantenendo l’etichetta visibile alla persona a cui si sta servendo. Una lieve rotazione della bottiglia sul proprio asse alzandola, consentirà di evitare macchie sulla tovaglia. Non si mette il tovagliolo intorno al collo della bottiglia: inguardabile. Si tiene piuttosto nell’altra mano, pronto a raccogliere l’eventuale goccia dalla bocca della bottiglia.
- il calice deve essere riempito per un terzo, i vini mossi versati lentamente in due fasi, per evitare che la spuma tracimi. Vengono lasciati sul tavolo e non alzati per essere riempiti, coloro che non gradiscono vino lo comunicheranno con un gesto, mai mettendo la mano sul calice. Durante il desinare i signori presteranno attenzione a servire le bevande alle signore con regolarità.
- la successione nel servizio è la stessa dei cibi: prima vengono servite le signore, poi gli uomini, per ultimi i giovani. Alcun vino deve essere versato prima che sia servita la prima portata del menu.
- i vini vanno portati in tavola, uno alla volta, al momento di servirli. Un calice per ogni vino, ça va sans dire.
- La capienza del bicchiere deve essere calibrata al tipo di vino che si vuole gustare. Dai bicchieri più stretti e dalla forma slanciata per gli spumanti, a quella a tulipano per i bianchi, ai balloon per i rossi invecchiati. Più il vino è corposo, più il bicchiere deve essere ampio allo scopo di permettere di esprimere maggiormente i profumi.
- I calici per il vino devono essere sempre trasparenti, disposti da destra a sinistra: vino bianco, a due centimetri circa dalla punta del coltello e vino rosso andando verso il centro tavola. Seguirà il bicchiere per l’acqua, che secondo i più recenti canoni può essere un tumbler (basso senza stelo), di foggia differente ai calici da vino. La flûte trova posto dietro i due calici dei vini.
- Acqua e vino non devono mai essere mescolati
- il calice deve essere tenuto per lo stelo con pollice ed indice, senza alzare il mignolo, tanto meno il gomito. La mano si tiene lontano dalla coppa evitando di scaldarne il contenuto o alterarne il bouquet aromatico.
- Boccone deglutito prima di portare il calice alla bocca, che deve essere forbita con il tovagliolo prima e dopo il bere. Non serve far roteare il vino nel calice … evitiamo gesti plateali. Le signore facciano attenzione ad evitare impronte di rossetto.
- vietato tracannare liquidi. Si sorseggia con calma.
- il brindisi perfetto prevede di innalzare i bicchieri verso il festeggiato o metaforicamente in avanti formulando un augurio, evitando la formula “cin cin” o “salute”, senza mai far tintinnare i calici tra loro. Tutti partecipano, anche gli astemi, che si bagneranno appena le labbra. Non si brinda con l’acqua o con altre bevande.
E ricordate che “in vino veritas”, attenzione agli eccessi.