“DOLCETTO O SCHERZETTO?” tra storia, leggenda e tradizione con un pizzico di bon ton
Streghe, zombie, mummie e fantasmi, gatti e ragni neri dalle zampette pelose, ragnatele e zucche intagliate con facce inquietanti e luci sinistre balenanti dagli occhi.
Da ormai diversi anni, ottobre è diventato sinonimo di Halloween: le vetrine dei negozi si tingono di colori cupi e compaiono zucche e streghe, allestimenti con ragnatele, ragni e candele.
C’è chi trova questa ricorrenza intrigante ed a cui non dispiace l’idea di avere la scusa di un po’ di divertimento e un motivo di festeggiare, per spezzare la monotonia che separa dal periodo natalizio. Ma ci sono anche gli scettici, che non hanno ancora ben capito di che tradizione si tratti, del perché si festeggia anche in Italia o che scuote il capo decisamente in modo negativo e pollice verso.
Ma siamo sicuri che questa festa non c’entri proprio nulla con noi?
Le autentiche origini di Halloween sono da rintracciare in Irlanda, dove questa festa coincideva con quella di al Samhain, millenario Capodanno celtico, che significa fine dell’estate e che celebrava, appunto, la fine dell’estate, il passaggio dall’autunno all’ormai prossimo inverno.
Le tradizioni sono tradizioni … noi a capodanno mangiamo le lenticchie ed indossiamo biancheria rossa come buon augurio, i Celti ricevevano le visite dalle anime dei defunti.
Mentre i Celti pagani festeggiavano con le anime dei defunti, i Romani facevano festa per la fine del raccolto solennizzando l’arrivo della stagione autunnale ed invernale e l’inizio del riposo della terra.
Con l’introduzione del Cristianesimo nelle isole britanniche si complicarono un po’ le cose: i sacerdoti cristiani non vedendo di buon occhio le tradizioni pagane, iniziarono ad ostacolarle e per sradicare la tradizione del Samhain, introdussero la festa di Ognissanti e la Commemorazione dei defunti.
Ma la tradizione permase e cambiò semplicemente nome: All-Hallows-Eve, festeggiata la vigilia di Ognissanti il 31 di ottobre.
Per tradizione i pagani si riunivano nei boschi, accendevano fuochi, preparandosi ad accogliere le anime dei defunti. Visto che ricevere l’anima di un defunto non è proprio come andare in primavera a raccogliere primule nei prati, le cerimonie dei festeggiamenti assumevano un’allure oscura e vagamente inquietante, in cui il druido indossava maschere e costumi per impersonare l’arrivo delle anime dell’Aldilà. I travestimenti spaventosi non sono altro che l’eco della tradizione.
Certamente nel secondo dopoguerra, qualcuno fiutò il business … costumi, trucchi, dolciumi, decorazioni, gadget.
Nacque contestualmente la filastrocca ”Trick or Treat”: “Dolcetto o scherzetto”, che i ragazzini americani e non, ripetono bussando alle porte del quartiere. Oggi la festa di Halloween è celebrata nelle scuole, nelle strade di tutte le città europee e vede protagonisti bambini e adulti. I primi si travestono da fantasmi, streghe, mostri di ogni tipo, lasciando a briglia sciolta la fantasia, girano per le strade e ricevono dolcetti, caramelle e cioccolatini. Gli adulti utilizzano travestimenti più o meno credibili, più o meno spaventosi: diavoli, streghe e mummie danzano nei locali, nei pub, nelle discoteche, in cui si organizzano veglioni e feste tematiche, ma compaiono anche infermiere e camerierine sexy, fate e principesse …
Chiudiamo gli occhi … si chiama appunto business!
Ancora una volta la tradizione di Trick or Treat non è altro che un cross-over tra antiche religioni celtiche e cristiane. Nei paesi cristiani, la notte di Ognissanti, i poveri chiedevano l’elemosina di porta in porta, promettendo di pregare per le anime dei defunti in cambio di cibo o qualche moneta.
E la zucca? Simbolo per eccellenza di Halloween, ortaggio di stagione, principe della festa, protagonista in cucina di risotti, paté, tortelli e dolci, si ricollega alla tradizione irlandese, alla leggenda di Jack O’Lantern.
La storia narra la vicenda del fabbro Jack, astuto, avaro e ubriacone, che un giorno in un bar incontrò il diavolo. A causa del suo stato d’ebbrezza, la sua anima era quasi nelle mani del diavolo, ma Jack astutamente, riuscì a far trasformare il diavolo in una moneta promettendogli la sua anima in cambio di un’ultima bevuta.
Jack mise il diavolo nel suo borsello, accanto ad una croce d’argento, cosicché il diavolo non avrebbe potuto ritrasformarsi.
Allora il diavolo gli promise che non si sarebbe preso la sua anima per dieci anni in cambio della libertà.
Dieci anni dopo, il diavolo si presentò nuovamente al fabbro, Jack gli chiese di raccogliere una mela da un albero prima di prendersi la sua anima. Per impedire al diavolo di scendere dall’albero, il furbo Jack incise una croce sul tronco.
Soltanto dopo un lungo battibecco i due giunsero ad un compromesso: in cambio della libertà, il diavolo avrebbe dovuto risparmiare la dannazione eterna a Jack. Durante la propria vita Jack commise tanti di quei peccati che, quando morì, venne rifiutato dal Paradiso e presentatosi all’Inferno, venne “cordialmente” scacciato anche dal demonio, che gli ricordò il patto e fu ben felice di lasciarlo errare come anima tormentata.
All’osservazione di Jack che nell’Aldilà c’era freddo e buio, il demonio gli tirò un tizzone ardente, eterno in quanto proveniente dall’Inferno. Jack lo posizionò all’interno di una rapa svuotata per poterlo portare appresso ed illuminare il cammino alla ricerca di un rifugio. Cominciò da quel momento a girare senza tregua alla ricerca di un luogo in cui riposarsi.
Halloween è la notte in cui Jack vagava sulla terra in cerca di un rifugio. Una lanterna intagliata in una zucca, venne posta fuori dalla porta delle abitazioni, per indicare all’infelice anima che quella casa non era posto per lui.
Diciamocelo, Halloween in Italia, genera un conflitto di proporzioni cosmiche.
Chi ritiene che si tratti di una mera operazione commerciale, importata da oltre oceano al solo scopo di scucire un buon numero di denari e chi invece abbraccia quest’ultimo scampolo di divertimento, nel giorno del passaggio al buio autunnale, come svago momentaneo, sostenuto da una buona dose di attrazione a ciò che più spaventa: l’oscurità, l’imponderabilità, l’orrore.
Non dimentichiamo in ogni caso che:
Qualsiasi sia il nostro punto di vista, rispettiamo quello del prossimo, anche se diametralmente opposto.
Se diventeremo dei fan di Halloween, non tediamo il prossimo nella speranza di convertire ai festeggiamenti. Il rispetto delle scelte altrui è l’ABC del bon ton e conseguentemente dello stare con gli altri
Opportuno informare, anche con biglietto in casella, del passaggio dei bambini per il “trick or treat”, organizzando un percorso, al fine di assicurare un generoso bottino di dolciumi alle mascherine.
Fornire indicazioni per un corretto comportamento: si saluta quando si arriva, si aspetta sulla porta senza entrare in casa, si ringrazia indipendentemente dal quantitativo di leccornie ricevute, si saluta nuovamente nel congedarsi.
Coloro che si troveranno le maschere all’uscio provvederanno a donare caramelle e dolciumi confezionati per una questione di igiene
Se anche non approvate … suvvia, state al gioco!
Insomma, in qualsiasi modo la pensiate vi auguro di cuore una… buona notte delle streghe