Il ricordo di Giovanni Vesco
La pagina facebook di Catapano e in generale quelle degli aronesi si sono riempite negli ultimi giorni di frasi di saluto a Tonino. Il ricordo però più intenso l’ha tracciato sicuramente il dirigente comunale Giovanni Vesco.
“Conobbi Tonino Catapano nel 1990 quando, all’età di 18 anni, mi iscrissi al Psi, spinto dalla nobile storia di quel partito e dalla tradizione di famiglia. Giovane idealista, mi imbattei nella realtà locale allora dominata da “cavalli di razza” della politica di quel tempo come Rino Cataldo, Luciano Panella, Bepi Botteselle e appunto Tonino Catapano. Il Psi che alle elezioni comunali del 1990 aveva ottenuto il 32,9% era il partito piu’ forte ad Arona e Catapano era il leader (non solo ad Arona ma a livello provinciale) della corrente di sinistra interna al partito socialista, opposta a Craxi, allora denominata “Lombardiana” in omaggio al suo leader storico Riccardo Lombardi. Due anni e mezzo dopo, mentre a Milano scoppiava tangentopoli, ad Arona io venivo eletto segretario politico cittadino del PSI all’unanimita’ con anche l’appoggio della corrente capitanata da Catapano“.
“Tonino amava profondamente la politica. Assieme al sindacato e alla filosofia erano la sua vita. Era uomo di profonda cultura e conoscenza. Come tutti noi era uomo connotatato anche da umane debolezze. Mi affiorano alla mente le infinite ore passate alla Casa del Popolo in estenuanti riunioni, colloqui in cui li mi motivava le ragioni delle sue scelte, dei suoi distinguo rispetto alla linea del partito aronese, delle sue posizioni rispetto alle mozioni congressuali locali o nazionali“.
“Poi arrivò tangentopolo che spazzò via nel volgere di due anni il Psi. Io deluso e amareggiato decisi presto di abbandonare la politica attiva e di dedicarmi alla gestione della cosa pubblica con un ruolo diverso, da tecnico, cosa che è ancor oggi il mio lavoro. Sciolto il Psi Catapano si avvicino’ ai Ds e durante l’amministrazione Velati fu il leader indiscusso dell’opposizione. Memorabili i suoi interventi in Consiglio Comunale contro le varianti urbanistiche in citta’. Preparato tecnicamente e abilissimo nell’eloquio teneva la scena in modo istrionico per ore“.
“Amato dai suoi fedelissimi, aspramente criticato e denigrato dai suoi avversari, fu sempre al centro di tutte le discussioni politiche del periodo durante il suo mandato per il suo modo a detta di molti “dispotico” di esercitare il ruolo di primo cittadino che gli aronesi gli avevano assegnato. Io, per la seconda volta e con ruoli diversi, mi trovai di nuovo a lavorare a stretto contatto con lui. Dedicava al suo ruolo tutte le energie di cui disponeva, forse oltre. Nei cinque anni molte furono le discussioni e le divergenze tra noi. Mi volle a dirigere i servizi sociali per poi dirmi un giorno “Giova’, non puoi dirigere i servizi sociali perche’non hai mai avuto fame!“. Questo era Tonino: appassionato, sferzante, sanguigno, diretto. Ma mi voleva bene. Volle essere presente al mio matrimonio. Mi scrisse spesso lettere con tono fortemente paterno. In generale persona poco incline all’ascolto, volle invece sempre sapere come la pensavo sulle sue scelte e sulle sue prese di posizione. La sua smisurata passione per la lotta politica e per il suo ruolo di sindaco, vissuto quasi all’esasperazione, lo portarono a minare in quegli anni la propria salute in una maniera che si sarebbe poi rivelata irrimediabile. Ora Tonino hai smesso di lottare. E mi piace pensare che sei lassù con la sigaretta in mano e un buon bicchiere a discutere finalmente sereno di filosofia teoretica“.