Intervista a Giancarlo Padoan (Settembre 2008)
Giancarlo Padoan, cintura nera quinto dan, allievo dei plurimedagliati fratelli Vismara e maestro di Judo nelle palestre aronesi da 25 anni
Il Ju-Jutsu, arte dalla quale il Judo deriva, ha conosciuto negli ultimi tempi un incremento di popolarità anche grazie alla visibilità data dalle Olimpiadi di Atene 2004 e Pechino 2008.
“Le medaglie vinte da Lucia Morico prima e, soprattutto, da Giulia Quintavalle ad agosto, hanno contribuito a mettere ancora più in luce uno sport che gode sempre di numerosi estimatori.
Lo scorso anno la Gym Planet, unica struttura di Arona all’interno della quale, attualmente, si pratica il judo, ha registrato una sessantina di iscritti: circa 15 adulti e gli altri tutti bambini. Alcuni di questi, al pomeriggio, escono dall’asilo e vengono direttamente in palestra. Oggi i bimbi sono talmente svegli che è possibile cominciare ad allenarli già a 4 anni”
Come si è evoluta nel tempo la pratica di questo sport?
“Il judo, originariamente, non era uno sport ma una tecnica di difesa personale. I maestri di oggi tendono ad insegnare ai propri allievi come vincere utilizzando scorciatoie, trascurando così stile e mosse. Un atleta può essere un ottimo judoka anche senza aver fatto gare. Attraverso il judo si conoscono i propri limiti e si impara ad utilizzare le proprie potenzialità. Ho vinto gare facendo svenire i miei avversari, sempre nel rispetto di chi sia ha davanti”
Qual è l’identikit del perfetto judoka dilettante?
“Innanzitutto è necessaria la voglia di imparare un’arte.
Non è da tutti mettersi le mani addosso: io insegno ciò che a casa e nella società, viene vietato. Il judo è una via per migliorarsi: non esiste un punto di arrivo. Io ho 53 anni e sono al quinto dan, entro il 2011 voglio arrivare a conquistare il sesto.
E’ possibile continuare a combattere solo se si hanno basi solide alle spalle: l’agonismo portato all’estremo è deleterio per il fisico. La tendenza attuale è quella di tentare di vincere con il minore sforzo possibile.
Judo è tecnica, è stile, è eleganza nei movimenti. Pensare, dosare le energie e sfruttare la forza altrui a proprio vantaggio: questo è ciò che insegno ai miei allievi.
E’ fondamentale vincere ma, ancora più importante, è come si vince”