Intervista a Giorgio Faletti (Novembre 2008)
Anche questa settimana, arona.net ospita un’intervista di Erica Bertinotti a
Giorgio Faletti: scrittore, cantante, attore, comico…
“Se posso scegliere, preferisco pensare di essere il miglior scrittore italiano vivente, come ha detto un critico; ma in realtà credo che non sia così”.
Giorgio Faletti è sottile e ironico. Si racconta, a Orta nella rassegna Piemonte noir, senza nascondersi dietro ai cliché dell’intellettuale di fama, del personaggio di successo, che poggiato i piedi sul palco di Sanremo arrivando secondo, si è trasformato in personaggi e storie comiche per la televisione, è stato dietro alla macchina da presa per il grande schermo, ma soprattutto ha venduto 11 milioni di copie con tre libri pubblicati.
“Non sono ubriaco, ho delle difficoltà ad articolare alcune parole a causa di un ictus”, spiega subito, e poi con un linguaggio anche colorito suggerisce la ricetta del suo successo: “Ho avuto un culo sfacciato. Tutte le sciocchezze che ho fatto sono riuscito a farle passare inosservate. Ho fatto scelte che avrei potuto evitare nel mio percorso, ma in fondo sono un goloso e cerco di esprimere la mia creatività in tutte le forme possibili anche se ho definito i miei limiti. Ho una gran faccia tosta e il merito di aver seguito la mia inclinazione fino in fondo. Servono genialità e casualità”.
Faletti, come scrittore, ha iniziato con i racconti, poco ‘di moda’. L’editore al quale si era rivolto lo ha incoraggiato a produrre un romanzo: è nato ‘Io uccido’, definito da molti un capolavoro del genere.
“Mi sono venuti in mente la storia, il titolo e ho seguito quella strada con metodo. Non escludo che noir e thriller possano essere un percorso concluso, ma mi osservo sempre con un briciolo di sospetto perché non so nemmeno io cosa aspettarmi da me stesso. Il prossimo libro avrà un antefatto in Vietnam e sarà ambientato in America. Doveva uscire a dicembre, ma le ricerche sono state più lunghe del previsto e preferisco un po’ di ritardo alle imperfezioni. Ho materiale per un secondo capolavoro, dipende solo da me. Non è facile delineare personaggi che abbiano fascino. Scrivo storie al di là della critica che è volubile, il tempo deciderà se sono un nuovo Joyce o un nuovo Kafka o se scomparirò nell’oblio”.
Faletti è l’unico autore ad aver venduto così tanto e a non aver visto una sua storiatrasformata in un film anche se ha venduto i diritti di ‘Io uccido’: “Sono un caso letterario – cinematografico al contrario” ride e poi conclude:
“Il libro della vita è ‘Il vecchio e il mare’, ho letto tantissimo, ora lo faccio meno perché scrivo e non voglio rammaricarmi di non aver avuto l’idea geniale che ha avuto un altro e non voglio rischiare di copiare qualcosa”.
Occhi azzurri sorridenti, strette di mano e poi a passeggio tra le vie di nuove storie da raccontare…