Intervista a Riccardo Robecchi, The Coach!
Intervista a Riccardo Robecchi, The Coach!
Vice presidente, allenatore e giocatore degli Arona 65ers.
Domanda Camilla: Seconda partecipazione alla Coppa Campioni per i 65ers e sesto posto raggiunto. Soddisfatto?
Risposta Riccardo: Si molto soddisfatto, abbiamo migliorato la sesta posizione del 2016, avevo sognato il podio, ma bisogna lavorare ancora molto, del resto in Europa ci sono teams che per preparazione, esperienza, bacini di utenza in cui selezionare personale e capacità economiche rappresentano pianeti da noi anni luce, i ragazzi sono giovani ci riproveremo se in campo nazionale riusciremo a centrare risultati che ci permettano ancora il sogno europeo.
Domanda Camilla: Domenica inizierà il campionato: qual è il vostro obiettivo?
Risposta Riccardo: Obiettivo a livello nazionale innanzi a tutto centrare per quarto anno di fila la finale a otto di metà ottobre, dopo il titolo 2015 ed il secondo 2016 naturalmente la speranza è di partecipare alla finalissima che peraltro darebbe ancora la possibilità di riqualificarci per il champions bowl.
Domanda Camilla: Una manciata d’anni fa una squadra di football ad Arona nemmeno esisteva: hai creato un team rivelatosi fortissimo dal niente che porta in alto la bandiera della nostra città in Europa. Qual è il segreto?
Risposta Riccardo: Questa domanda mi riempie di orgoglio e di un pelo di dolore, i 65ers nati nel 2010 hanno in questi anni non solo creato una squadra, hanno creato una Società impegnata in tre specialità del football americano, tackle maschile, flag maschile e femminile. Nel tackle (specialità principe, per intenderci con casco e paraspalle) al nostro secondo anno avevamo raggiunto i quarti di finale nazionale, un vero miracolo. Le ragazze delle Linci hanno raggiunto due quinti posti di fila al campionato italiano, queste due realtà hanno dovuto interrompere le attività per motivi economici, pochi si sono accorti della nostra nascita e ancor meno della nostra rinuncia a questi due progetti. Ora rimane il flag maschile in cui siamo diventati una vera e propria eccellenza europea, mi chiedi qual è il segreto? Sacrificio, cuore ed un briciolo di follia, rimane la speranza che anche gli aronesi si accorgano un po’ di più della nostra presenza cosi come l’Europa del football si è accorta della presenza di Arona.
Domanda Camilla: Nonostante l’età sei sceso in campo anche tu a Vienna: quest’anno appenderai le scarpette al chiodo o continuerai a fare l’allenatore/giocatore?
Risposta Riccardo: Si sono sceso in campo come faccio da sette anni coi miei ragazzi, che dire all’inizio ero dominante ora mi volano sulla testa come meteore, credo proprio sia il mio ultimo anno da giocatore, metto in campo la mia esperienza ma la velocità del gioco si è fatta troppo elevata per me, questa naturalmente è una bugia, il gioco è sempre stato veloce sono io che ormai a 52 anni sono diventato lento. Comunque, chi ha fatto sport lo sa, ci vuole coraggio a dire basta (soprattutto quando chi ti lancia la palla e con cui sei diventato campione d’Italia è tuo figlio) del resto faccio sport agonistico da solo 44 anni vorrei arrivare a 45, mi ritirerò a fine stagione, poi penseremo a nuovi obiettivi personali, da coach, dirigente e appassionato.