Si dice o non si dice?
Quante volte ne avrete sentito parlare o voi stessi ve lo siete chiesto …
Mi riferisco a tutte quei modi di dire talmente radicati nel nostro linguaggio, che a fatica riusciamo a credere che non sia corretto il loro utilizzo.
Il galateo infatti consiglia che non si dica piacere durante le presentazioni, salve per salutare, buon appetito all’inizio del pranzo, cincin al momento del brindisi e salute quando una persona starnutisce.
Vogliamo vederne insieme i motivi?
Nel corso delle presentazioni non si dice “piacere”, meglio stringere la mano sorridendo e pronunciando il proprio nome, aiutando la persona a memorizzarlo, sappiamo tutti quanto sia difficile ricordare i nomi la prima volta. Non possiamo essere certi che sarà veramente un piacere conoscere quella persona!
Il momento corretto per dire “piacere” sarà invece al termine dell’incontro al momento dei saluti, in cui se si ritiene che la conoscenza sia stata gradevole e proficua si potrà affermare “è stato un piacere”. Mai prima.
Sovente viene utilizzato il termine “salve” per salutare.
Nulla di più erroneo e poco cortese. E’ infatti un saluto approssimativo, impersonale e privo di comunicazione. Proviene dai latini, che utilizzavano questo termine per il saluto estremo ai loro morti. Preferibile quindi utilizzare buongiorno, buon pomeriggio e buonasera o l’italianissimo ciao.
A tavola non si augura “buon appetito”.
Ai tempi del medioevo i feudatari, in particolari momenti di festa, lasciavano accedere i loro servitori agli avanzi del desco, dando il buon appetito. Rispecchia quindi una sorta di superiorità nei confronti degli altri commensali.
Una seconda spiegazione viene invece dalla Francia, quando con l’inizio dell’utilizzo della forchetta, lo stare a tavola veniva considerato un piacere ed un diletto. Augurare buon appetito, avrebbe messo in evidenza la necessità di cibarsi e non invece il gusto di farlo.
Al momento del brindisi è opportuno levare i calici e pronunciare un augurio con riferimento all’occasione. Preferibile evitare il tintinnare dei cristalli, fuorché si sia in contesto famigliare e amichevole, e pronunciare il tradizionale “cincin”.
In Cina e Giappone sta ad indicare una ben precisa parte corporea … meglio evitare.
Lo starnuto andrebbe sempre trattenuto o quanto meno attenuato, il sottolineare la sua comparsa con un “salute” non è quindi corretto e potrebbe anche risultare ironico nei confronti di colui che in quel momento vede minata la propria salute.
Sarà invece colui che avrà starnutito che dovrà scusarsi senza eccessivi sensi di colpa. Capita!
Non sottolineiamo mai l’erroneo detto, limitiamoci ad un bel sorriso.
Il galateo consiglia … poi alla discrezione di ognuno se applicarlo o meno!
A voi quali di queste formule scappano con maggior frequenza?
Anna